Bambini Benessere e Salute

Pediculosi

Foto di "dreamcatcher.it"

Mia figlia di 5 anni frequenta il secondo anno di scuola materna e ieri la maestra mi ha telefonato a casa informandomi che le sembrava di aver notato delle “lendini” dietro all’orecchio della bimba…li per li non sapevo cosa fossero, poi alla parola “pidocchi” tutto è stato chiaro…

Effettivamente erano già un paio di giorni che si grattava insistentemente la testa ma, nell’ignoranza in cui perversavo fino a ieri su questo argomento e pensando fosse dovuto al sudore e alla sabbia con cui i bambini giocano quasi tutti i giorni, nei vari controlli che avevo precedentemente fatto cercavo “l’animaletto” (che risulta molto difficile da vedere) e non le sue uova, per appunto: le lendini!

Leggendo poi su internet e chiamando immediatamente l’assistente sanitaria della ulss ho scoperto che i malefici animaletti sono molto difficili da vedere: si tratta di insetti privi di ali di colore grigio-biancastro. Di solito vivono sui capelli e si cibano di sangue. Vivono all’incirca 3 settimane e in questo periodo una femmina può deporre circa 300 uova. Per nutrirsi pungono il cuoio capelluto dove depositano un liquido anticoaugulante che può provocare prurito.

Le lendini, invece, si appiccicano al capello e li rimangono per 6-9 giorni prima di schiudersi e anche se molto piccole sono più facili da individuare, soprattutto dietro alle orecchie e sulla nuca.

Purtroppo non sono altrettanto semplici da eliminare in quanto la femmina del pidocchio secerne una sostanza chitinosa che incolla letteralmente l’uovo al capello, tanto da risultare difficile il distacco anche con i prodotti appositi o con il normale schampoo per capelli. L’unico prodotto che riesce a sciogliere questa sostanza è l’aceto. Infatti nel trattamento da seguire per la loro eliminazione è consigliato sciacquare i capelli con acqua e aceto. Le lendini possono essere confuse con la forfora, la differenza sta nel fatto che quest’ultima con un soffio o passando il pettine si toglie senza difficoltà.

La prassi da seguire una volta individuata la presenza delle lendini è quella di fare un trattamento apposito per pediculosi facilmente acquistabile in farmacia: Consiste nell’applicazione di olio, gel, polvere o schiuma da lasciar agire sul cuoio capelluto per il tempo indicato sulla confezione in modo da uccidere il parassita e, dopo aver lavato i capelli con un apposito schampoo “antipidocchio”, sciacquati abbondantemente (possibilmente con acqua e aceto) e asciugati, è necessario togliere le uova in maniera molto accurata con l’apposito pettinino a denti stretti o a mano passando in rassegna ciocca per ciocca.

A questo punto il bambino può tornare a scuola. Alcuni istituti richiedono il certificato del pediatra o dell’assistente sanitario.

La circolare ministeriale n. 4 del 13 marzo 1998 spiega che:

  • Nel caso di accertata pediculosi, se si esegue scrupolosamente la terapia, il bambino potrà tornare scuola il mattino dopo il primo trattamento con il certificato del medico curante;
  • In caso di sospetta pediculosi (per visione diretta delle uova o dei pidocchi o per frequente grattamento della testa) gli insegnanti daranno tempestiva comunicazione alla famiglia e l’alunno potrà rientrare a scuola con autocertificazione dei genitori che è stato effettuato il trattamento ed eventualmente sono state asportate le lendini oppure che il trattamento non è stato necessario per l’assenza di parassiti e/o di lendini;
  • Nel caso si siano verificati casi sospetti nella classe, gli insegnanti, oltre alla procedura sopra descritta, inviteranno gli altri genitori ad una particolare attenzione al fenomeno;
  • In caso di frequenti recidive, legate soprattutto alla scarsa sensibilità al problema da parte di alcuni genitori, è necessario che, per poter frequentare la comunità, i casi accertati e quelli sospetti esibiscano certificazione medica di non contagiosità e, nel caso questo non avvenga, gli alunni dovranno essere allontanati fino alla presentazione della documentazione necessaria;
  • Qualora si verifichino situazioni di particolare gravità, la certificazione di non contagiosità potrà essere richiesta da parte del Direttore Didattico per intere classi;
  • La struttura sanitaria del distretto potrà essere disponibile ad effettuare incontri di educazione sanitaria sia con le famiglie che con il personale scolastico.

Una volta eseguito l’iter, sarà necessario tener sotto controllo abitudinariamente i capelli ed eventualmente ripetere il trattamento dopo 7-10 giorni dal primo, in modo da essere certi di eliminare tutti i parassiti e tutte le lendini.

E’ necessario che tutti i famigliari e le persone venute a contatto con la persona contagiata si sottopongano ad un accurato controllo per escludere il contagio ed è consigliabile disinfettare lenzuola, cuscini, abiti, peluche lavandoli in acqua a 60 C°. Anche spazzole e pettini andrebbero lavati con acqua calda e sapone o con lo schampoo usato per il trattamento.

I pidocchi non sopravvivono per più di 2-3 giorni lontani dal cuoio capelluto quindi ciò che non può essere lavato può essere chiuso in un sacchetto di nylon per circa 15 giorni così da uccidere non solo i parassiti già esistenti ma anche quelli nati dalle uova schiuse dopo il trattamento.

Il contagio avviene o attraverso il contatto diretto (testa a testa) o indiretto (scambiandosi spazzole, cappelli ecc.).

La presenza di pidocchi nei capelli non è indice di cattiva igiene, possono colpire chiunque, adulti e bambini, e il contagio è molto facile in comunità scolastiche o sportive.

Purtroppo non esiste altra prevenzione che non sia l’osservazione costante del capo.